domenica 30 novembre 2014

Arteterapia : In psicoterapia si usano diversi strumenti per far emergere emozioni che diversamente resterebbero latenti. Uno di questo strumenti è l’arteterapia dove colori e materiali sono “funzionali alla riparazione di qualcosa di distrutto o alla trasformazione di qualcosa di fermo”. In pratica dolori o altre emozioni di una certa intensità restano come ferme, imprigionate nella parte più profonda del nostro essere, e l’arte intesa come strumento di cambiamento, può essere molto utile a svelare certe emozioni. Per esempio una ragazza di 14 anni utilizza i pennarelli che fanno parte di un set per bambini, costituito da fogli di dimensioni A4 con forme da colorare. La ragazza riempie le figure di colore e poi le contorna facendo attenzione a non sbavare. Mentre lei è al lavoro, in tribunale sta avendo luogo una udienza per decidere sul proseguimento della sua presa in carico o sul suo eventuale rientro nella famiglia dei genitori. Il lavoro che lei ha fatto è un modo, attraverso un materiale controllabile come i pennarelli, di gestire l’ansia rispetto al proprio futuro, che non dipende da lei ma dagli adulti. L’immagine stessa, quella disegnata di proprio pugno quindi, oltre alla stanza dell’arte terapia, costituisce un “contenitore” delle angosce e delle ansie; ossia uno spazio simbolico in cui sentirsi accettati ed accolti senza giudizi e cambiamenti improvvisi, che facilita, la concentrazione e lo sviluppo di una sicurezza interiore. Il compito della terapeuta in tutto ciò è quello di dare alla paziente la sensazione che i suoi sentimenti, per quanto difficili da esprimere, possano essere ascoltati, condivisi ed espressi attraverso il colore che in questo specifico contesto diventa un catalizzatore di emozioni presenti dentro di noi, di cui talora non siamo completamente consapevoli. Un secondo esempio è rappresentato da un bambino che disegna un castello le cui grate alla porta riflettono la sua difficoltà di aprirsi col mondo esterno. La torre è di un profondo grigio, si eleva in un cielo nuvoloso e scuro, le finestre sono di colore nero e ricordano due occhi tristi forse i suoi che sta attraversando la difficile separazione dei genitori. Il suo aspetto fisico coi capelli in disordine e gli stivali, rispecchia l’immagine della fortezza grigia chiusa ed invalicabile. Successivamente scrive il proprio nome in cima al foglio, poi lo cancella con un tratto nero a simboleggiare la sua indecisione e insicurezza. Col tempo e il sostegno psicologico il bambino continua a disegnare immagini di castelli ma li colora stavolta. I castelli che il bambino disegna progressivamente si arricchiscono di colore e si fanno più leggeri; infatti la grande porta rossa si apre, resta vuota, ma c’ è un ponte levatoio colorato; l’uso di tutti questi colori sono segno che inizia a sentirsi un po’ più sicuro. In pratica il fatto che venga scelta una maggiore varietà di colori è segno che il bambino non ha paura di sbagliare; e se non ha questa paura vuole dire che il sostegno psicologico e il naturale processo di crescita hanno sollecitato in lui una maggiore sicurezza interiore. Alla luce di queste premesse non possiamo evitare di riconoscere l’importanza dei colori, ed il valore simbolico di cui sono portatori, che viene interpretato soggettivamente da ognuno di noi a tutte le età anche alla luce della cultura personale.

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